C’è una spiritualità senza Dio

Mi considero una persona che in modo autentico cerca di sviluppare la propria spiritualità. E’ un mio interesse, da sempre. La vita e il suo senso, la morte, il ruolo di ciascuno nella storia, le esperienze mistiche e i loro frutti per l’individuo e la società. E da sempre non mi è stato possibile scindere completamente le azioni che si fanno verso il mondo e il loro significato, le loro conseguenze nell’interiorità di chi le fa. La loro risonanza, per così dire, spirituale.

Però non mi assilla l’enigma della creazione. Non mi ha mai assillato. Questa cosa dell’esistenza di un Dio o un Big Bang, che poi è quasi lo stesso, o di un’intenzione “superiore” creatrice e dominatrice del tutto non mi ha mai entusiasmato sebbene abbia partecipato alla formazione cattolica e abbia sperimentato stati particolari che, attraverso quel credo, non sono stata in grado di integrare e comprendere a fondo. Forse non ho mai capito esattamente come potesse rendermi felice o ispirata sapere come era iniziato tutto o il fatto che ci fosse un “Essere Superiore”. Mi affascinano le cosmogonie di tutte le religioni e di tutte le culture. Davvero! Le considero delle favole fantastiche, dei racconti avvincenti e a volte anche divertenti, che continuano a influenzare spesso perfino i più ingenui e comuni modi di dire e di fare. Ma francamente non vedo come si possa dire che uno è vero e l’altro no, che uno è fondante di una civiltà e l’altro una leggenda senza capo né coda. I Miti di ogni cultura sono fondanti proprio per come continuano, a volte ben travestiti, a influenzare la nostra immaginazione e le nostre credenze. Hanno potenza, hanno vita dentro di noi. Conoscerli mi aiuta a individuare i miei condizionamenti ma non mi libera da alcun timore.

E perciò proseguo la mia esistenza in un allegro ateismo che chiede alla spiritualità alcune cose ben precise: 1. Aiutarmi a superare la sofferenza in me e negli altri dandomi forza per mantenere la direzione che ho scelto: la liberazione dai timori e la nonviolenza, 2. Darmi pace e conforto mettendomi in contatto con il mio essere più profondo, che mi ricorda che non siamo solo corpo, 3. Spingermi alla comprensione del fenomeno umano in ognuna delle sue forme.

E con questo, vi assicuro, ho già un gran bel daffare!