Bio

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Sono nata nel 1968, un anno di destabilizzazioni culturali e sociali nel Mediterraneo e in Europa. Ho iniziato a parlare tardi ma a cinque anni ho chiesto alla mia maestra della scuola materna di insegnarmi a scrivere e ancora non ne ho abbastanza.

Fino ai 25 anni ho sistematicamente distrutto quello che scrivevo, dopo aver goduto dell’effetto catartico e terapeutico che mi produceva farlo. Ho abbracciato in profondità il Siloismo come corrente di pensiero e come stile di vita prima di finire il Liceo. Questo ha influenzato la mia vita in modo determinante fino a oggi ed è ancora la mia fonte principale di ispirazione e di senso. Mi ha permesso di sviluppare una spiritualità capace, non tanto di accettare o tollerare, ma di valorizzare pienamente l’ateismo e l’anarchismo che già si erano installati nella cabina di comando della mia coscienza. Mi ha salvato la vita perché ha canalizzato la mia rabbia in modo costruttivo e mi ha insegnato a trovare in me uno sguardo lucido e ottimista allo stesso tempo. Ha trasformato radicalmente i parametri da cui osservare il mondo e me stessa.

L’attività sociale e culturale come volontaria dell’ Umanesimo siloista, rivolta soprattutto all’incontro e al dialogo tra le diverse culture e alla nonviolenza, ha assorbito gran parte delle mie energie e mi ha permesso di conoscere moltissime persone e di viaggiare in Europa, in America Latina e in Africa. Anche a livello professionale ho dedicato al sociale il mio impegno lavorando in diversi paesi come educatrice in ambienti di marginalità e nella formazione extrascolastica e in luoghi di lavoro.

Dal 1993 ho smesso di distruggere i miei scritti, ma solo pochi anni fa ho preso la decisione di renderli pubblici.  Ciò ha dato via libera a quel fiume di parole che scorre da sempre nei miei circuiti, per fluire liberamente verso l’esterno, entrare in contatto con il mondo e generare così un’osmosi continua, creatrice e liberatrice.